Dove siamo
Location:
Piazza del Mercato Nuovo – 50123 Firenze
(all’incrocio tra Via Porta Rossa e Via Calimala)
Orari:
tutti i giorni dalle 9,00 alle 18,30
(Chiuso 25-26/12 e 01/01)
La Storia
Nel cuore di Firenze all’incrocio tra via Porta Rossa e via Calimala (che diventa già Por Santa Maria e sfocia in Ponte Vecchio) c’è la loggia del Mercato Nuovo dove tutti i giorni si tiene il famosissimo mercato del Porcellino.
Cosimo I Medici nel 1547 fece costruire il Mercato Nuovo per farne la sede del mercato dei tessuti preziosi e dell’oreficeria.
Sotto la loggia si vendono prodotti artigianali in pelle fatti in Toscana, articoli pregiati di seta italiana e foulard, arazzi ricamati, maglie turistiche e souvenir.
Il luogo è particolare, è uno dei mercati più antichi al mondo, molto apprezzato dai turisti, qui c’è la famosa Pietra dello Scandalo al centro della Loggia, dove un tondo marmoreo a livello del terreno riproduce una ruota di carro, il Carroccio, simbolo della Repubblica fiorentina: in questo preciso punto infatti veniva messo il Carroccio intorno al quale si riunivano le truppe fiorentine prima della battaglia. Ma la pietra è chiamata anche dello scandalo perché qui venivano fustigati a … chiappe scoperte, i debitori durante l’epoca rinascimentale. Da qui la nascita del detto trovarsi con il culo a terra.
Il Mercato del Porcellino prende il nome dalla statua nei pressi della Loggia raffigurante un cinghiale chiamato dai fiorentini Porcellino.
Il Mercato Nuovo
Loggia del Porcellino è il nome popolare della loggia del Mercato Nuovo a Firenze, così chiamata per distinguerla da quella del Mercato Vecchio, situato nella zona dove oggi sorge piazza della Repubblica. Si trova all’incrocio fra via Calimala e via Porta Rossa. La loggia fu costruita tra il 1547 e il 1551 su progetto di Giovan Battista del Tasso, in una posizione nel cuore della città, a pochi passi dal Ponte Vecchio. In origine era destinata alla vendita di sete e oggetto preziosi e dall’Ottocento dei celebri cappelli dipaglia di Firenze, mentre oggi vi si vendono per lo più pelletteria e souvenir. Il punto focale della loggia è, dal 1640, la Fontana del Porcellino, in realtà un “cinghiale” in bronzo, copia dell’opera secentesca di Pietro Tacca oggi al Museo Stefano Bardini e tratto da un’opera in marmo di epoca romana, oggi conservata agli Uffizi. La loggia e le sue statue sono state restaurate nel 2001-2003.
La Pietra dello Scandalo
Una curiosità del luogo è la cosiddetta pietra dello scandalo o dell’acculata, un tondo marmoreo bicolore posto al centro della loggia. Tale pietra (quella che si vede è un rifacimento del 1838) riproduce a grandezza naturale una delle ruote del Carroccio, simbolo della Repubblica fiorentina, sul quale veniva issato il gonfalone della città: sul punto contrassegnato dalla pietra veniva infatti posizionato il Carroccio attorno al quale si riunivano le truppe fiorentine prima di ogni battaglia. La pietra aveva anche un’altra funzione: era il punto esatto dove venivano puniti i debitori insolventi nella Firenze rinascimentale. La punizione consisteva nell’incatenare i malcapitati e una volta calate le braghe ne venivano battute le natiche ripetutamente sulla pietra, secondo l’acculata. Da questa usanza umiliante sarebbero nati dei modi di dire popolari come essere con il culo a terra e, forse, l’espressione sculo, inteso come sfortuna.
La Fontana del Porcellino
Il nome popolare della statua bronzea del “Porcellino” è improprio perché raffigura un cinghiale. Deriva da una copia romana di un marmo ellenistico, che Papa Pio IV donò a Cosimo I nel 1560, durante la sua visita a Roma. Dell’originale marmoreo, che oggi si trova agli Uffizi, Cosimo II de’ Medici fece fare una copia in bronzo a Pietro Tacca nel 1612, destinata a decorare palazzo Pitti. Alcuni anni dopo la fusione Ferdinando II de’ Medici decise di trasformare l’opera in una fontana, che è documentata sotto la loggia del Mercato Nuovo almeno dal 1640. La fontana aveva una funzione principalmente pratica, oltre che decorativa, perché approvvigionava l’acqua ai mercanti che commerciavano sotto la loggia. A quell’epoca risale anche il diminutivo di “Porcellino”. La collocazione originaria era davanti all’omonima spezieria del Cinghiale, su via Por Santa Maria, aperta nella prima metà del XVIII secolo e luogo di riunione di intellettuali. Nell’Ottocento, per facilitare la viabilità sulla strada, venne spostata nella posizione attuale sul lato sud. La tradizione popolare vuole che toccare il naso del Porcellino porti fortuna: la procedura completa per ottenere un buon auspicio consisterebbe nel mettere una monetina in bocca al Porcellino dopo averne strofinato il naso: se la monetina cadendo oltrepassa la grata dove cade l’acqua porterà fortuna, altrimenti no.
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